BUTTERFLIES

Quello che state per leggere non è un articolo, ma piuttosto un collage di impressioni, ricordi e riflessioni. Ci è stato chiesto di raccontare cosa è significato per noi (I Gufi, ndr) vincere il Carnevale 2023 e, ad essere pignoli, siamo andati un po’ fuori traccia in questa pagina scritta: il momento della proclamazione e dell’esplosione della gioia, infatti, lo affidiamo alle immagini del video raggiungibile attraverso il QR code in fondo al testo. Quei particolari minuti della nostra vita sono catapultati nella dimensione dell’ineffabile, ci mancano (o mi mancano) le parole per consegnarvi il turbinio delle emozioni, il vortice dei corpi e l’accavallarsi delle voci. Per quello, il video è decisamente il mezzo migliore.
Due attimi assoluti e ovattati della prima domenica, invece, offrono lo spunto ai pensieri di due soci: varchi per entrare in un mondo di premonizioni e riflessioni che rimane nascosto ai più, ma che ha per noi la stessa esatta consistenza della piazza nel momento delle premiazioni.
Un collage di testi per un collage di persone.

“Lo posso rivedere?” Parco della Rocca, secondo spillo. Mentre ero ancora pervaso dai brividi di adrenalina della piazza, una bambina in braccio al padre, quando ha visto tutte le farfalle aprirsi e i robottoni entrare, ha pronunciato quelle parole. Ecco, è lì che ho capito. Il cuore del Carnevale non è tanto il destinatario o l’argomento dello spillo, ma è il messaggio o l’emozione che si vuole trasmettere.
La frase di quella bambina, i sorrisi e i pianti dei miei soci, l’emozione che solo il carnevale persicetano ti può dare e il senso di appartenenza e fratellanza che solo la società e gli amici ti possono trasmettere sono tutti componenti fondamentali per capire la gioia di una bandiera bianca con un “1°” stampato sopra.
La prima non è solo una bandiera.
È un obiettivo che, senza i giusti valori, non ha alcun numero e alcun colore.

La prima domenica avevamo appena messo in posizione il carro davanti al CFO e ce ne stavamo tranquilli ad aspettare il segnale per muoverci.
Mancavano sicuramente un paio d’ore; era una bellissima giornata di febbraio con il sole che iniziava a farsi sentire. Mentre stavo di guardia al carro (erano successi degli atti di vandalismo la sera prima) e la gente cominciava a girare, vedo una grossa farfalla di quelle rosse e nere posarsi in alto sul bordo superiore del carro. Vabbè che il clima era mite, ma una farfalla in pieno inverno è una cosa rara… Inizia a girargli attorno, posandosi ora qui ora là, come se fosse consapevole delle decine di altre farfalle meccaniche intrappolate all’interno di quelle alte pareti, come a volerle chiamare fuori. L’ho indicata ad alcuni Gufi che erano lì con me e con la pelle d’oca ci siamo messi ad osservarla in silenzio. Aveva fatto lei lo spillo per noi e ci aveva già regalato l’emozione più grande: la certezza che il Gonfalone sarebbe stato nostro!
Da quel momento non ho più avuto il minimo dubbio sul colore della bandiera.
I Gufi