IL MAGICO CARNEVALE DI PERSICETO
Il carnevale di Persiceto nasce in capannoni avvolti dalla nebbia. Prende forma nelle sere invernali di brina e di gelo, in una atmosfera di segreto e di mistero.
Il carro carnevalesco non è una scenografia fissa che si muove solo perché sotto ha le ruote e davanti un trattore. Il carro persicetano è una creatura vivente, è un grande apparecchio che cresce negli hangar sera dopo sera, dalle mani di meccanici, disegnatori, elettricisti, falegnami, carpentieri, informatici.
Il carro allegorico di Persiceto deve raccontare una storia. Deve sorprendere. Deve far prorompere il pubblico in un “Ooohhh!” di meraviglia e ammirazione. Con questo obiettivo davanti agli occhi, nei capannoni avvolti dalla nebbia i “carnevalai” discutono, progettano; provano e riprovano la meccanica della narrazione “per vedere l’effetto che fa”.
Tutte le abilità sono chiamate a raccolta per la grande sfida. Perché le 10 società carnevalesche sono in accanita competizione fra loro. Come le 17 contrade del palio di Siena. Ma qui non gareggiano cavalli e fantini, bensì macchine teatrali, lunghe e complesse da realizzare. Ci vuole tempo, fatica e idee. E ogni notte, prima di chiudere a tripla mandata il portone (le spie possono essere in agguato), si stempera il freddo dell’hangar imbandendo una tavola e stappando bottiglie. E intanto si continua a discutere sulla
“creatura”, che è lì accanto, in gestazione.
Quando arriva il gran giorno della prima domenica di carnevale, i carri escono allo scoperto scortati dai carristi in maschera, fra siepi di folla sotto i portici. Percorrono il corso rasentando i muri; si arrestano sulla soglia della piazza, e attendono. Poi a intervalli prestabiliti, uno alla volta, sono chiamati dal presentatore al centro dell’arena. È il momento di svelare le loro
allegorie sul grande palcoscenico cittadino; è il momento di alzare il sipario. Ecco a voi la magia dello spillo, l’azione teatrale che trasforma il carro in qualcosa che non ti aspettavi. È un tripudio della fantasia e della satira,
perché lo spunto viene sempre dall’attualità che più ci stimola e ci coinvolge. Il pubblico commenta e applaude, una giuria di esperti dà i voti. Il giudizio è serissimo, da accademia, secondo tre elementi di valutazione: “Pittura e Scultura”, “Architettura e Costruzione”, “Soggetto e Svolgimento”.
Poi si fa una classifica, e la seconda domenica si proclamano i risultati. Il primo premio non è oro: è onore allo stato puro, ambitissimo. Fra le grandi firme che hanno ideato i carri di Persiceto, ci sono artisti come Quinto Ghermandi, Gino Pellegrini, Pirro Cuniberti, Mario Martinelli, e più indietro nel tempo il professor Aldo Gamberini. Fra i giurati, Enzo Tortora, Roberto Freak Antoni, Michele Serra, Giorgio Celli, Serena Dandini.
Il carnevale di Persiceto compie 150 anni. È antico ma non è vecchio.
Resta imprevedibile e festoso come un bambino.
Maurizio Garuti